UNA ZUCCA, ANCHE SE DI MODA, RIMANE SEMPRE UNA ZUCCA

Il cardinale Mauro Piacenza spiega il significato liturgico e religioso della Festa di tutti i Santi e della Commemorazione dei defunti

Di Antonio Gaspari

 

CITTÀ DEL VATICANO, 27 Ottobre 2014

È vero che nella commemorazione dei defunti è possibile ottenere l’indulgenza Plenaria? Le indulgenze valgono per sé, per l’anima del defunto o anche per amici e parenti? E come si fa a contenere gli effetti negativi della festa di Halloween?

Queste e altre domande sono state rivolte al cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore del Tribunale della Penitenzieria Apostolica.

Eminenza, nei prossimi giorni si celebrerà la Festa di tutti i Santi e la Commemorazione dei defunti. Il Popolo di Dio sente molto questi giorni, che sono anche occasione di riflessione e di preghiera. è ancora valida la pratica delle indulgenze per i defunti?

Certamente sì! Nel giorno del 2 novembre, visitando un cimitero ed avendo assolto alle consuete condizioni (essere confessati, comunicati, recitare il Credo e pregare secondo le intenzioni del Santo Padre), è possibile ottenere l’indulgenza plenaria, applicabile ad un fedele defunto.

Ma non basta l’assoluzione sacramentale? Non basta confessarsi?

Certamente la prima grande Riconciliazione, è l’evento della Morte e Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo! In Cristo, tutte le promesse del Padre sono diventate un “sì” (2Cor 1,20). Egli è la fonte della misericordia, il fine della misericordia e la misericordia stessa. Papa Francesco non cessa di ricordare alla Chiesa come questa realtà della misericordia sia determinante per l’annuncio e per la sequela cristiana. [...] Il sacramento della Riconciliazione assolve i peccati, ma non ne elimina tutte le relative conseguenze. Attraverso le indulgenze, la Chiesa madre attinge generosamente al tesoro della divina misericordia, offrendo ai fedeli la possibilità della remissione non solo delle colpe, ma anche delle pene ad esse relative. Per esempio, se un uomo percuote un altro uomo, i due si possono riconciliare, ma nulla potrà cancellare il dolore e il segno dello schiaffo sulla guancia. Le indulgenze cancellano anche quel segno.  Si comprende bene come il tesoro dal quale la Chiesa attinge costituisca la sua più vera e preziosa ricchezza.  Quella è la banca più sicura e consolante che esista e i suoi azionisti sono veramente fortunati!

Lei ha detto, Eminenza, che le indulgenze possono essere applicate a se stessi, o a un fedele defunto. Perché non ad un altro fedele, per il quale si prega? Al proprio marito, alla propria moglie, ai propri figli?

Questo non è possibile per il grande mistero della libertà, che ci fa immagine e somiglianza di Dio e che Dio stesso rispetta profondamente. Ciascuno, finché è in vita, cioè finché è nel tempo, può cambiare le proprie scelte esistenziali, può decidere personalmente di convertirsi e in questo senso nessuno può sostituirsi alla libertà dell’altro. Pertanto ciascuno può lucrare le indulgenze e applicarle a se stesso. Certamente si può pregare per la conversione dei fratelli, per la conversione dei peccatori, ma l’indulgenza, per sua natura, è già un pio esercizio, per compiere il quale sono necessari veri atti di conversione, primo tra i quali la Riconciliazione sacramentale. Per quanto riguarda i defunti, essi con la morte sono usciti dal tempo ed è cessato per loro il dono della libertà. [...] Non potendo le anime dei defunti fare più nulla per la propria purificazione, in forza della comunione dei santi, cioè dell’unità profonda di tutti i battezzati in Cristo, noi, che siamo ancora in cammino, possiamo compiere la straordinaria opera di misericordia spirituale in suffragio delle anime, e ciò a beneficio loro e, nel contempo, anche a beneficio nostro.

È questa la ragione per cui la solennità di Ognissanti e la commemorazione di tutti i fedeli defunti sono così ravvicinate? Il primo e il due novembre?

Certamente la Chiesa, fin dalle origini, ha pregato per i fedeli defunti appartenenti alle prime comunità cristiane. Che essi fossero martiri, o comuni fedeli morti di morte naturale, la comunità ha inteso da subito il suffragio per i defunti come una dimensione strutturale della propria vita, della propria preghiera e, soprattutto, della celebrazione Eucaristica. Come a significare che l’unità profonda con Cristo e in Cristo, creatasi con il Battesimo, e la condivisione della medesima Eucaristia, vissuta nella comunità cristiana, non potessero essere spezzati nemmeno dalla morte. Del resto, a ben pensarci, se la morte è stata sconfitta da Cristo, chi è rinato in Cristo non può più essere separato da nulla, nemmeno da quella morte che Cristo ha già sconfitto! La Solennità di tutti i Santi mette in luce proprio la verità della communio sanctorum, dell’unione di tutti i battezzati. Come ci ha ricordato più volte Papa Francesco: “il tempo prevale sullo spazio”. Pertanto l’unione nel tempo di tutti i battezzati, dai primissimi cristiani, fino a coloro che domani mattina riceveranno il Battesimo e fino alla fine della storia, è un unione che nulla potrà mai scalfire e che determina quel camminare della Chiesa nel tempo che è reale anticipazione, qui sulla terra, del Regno dei Cieli. Noi apparteniamo all’unico Corpo ecclesiale che, ininterrottamente, da Gesù Cristo, dalla Beata Vergine Maria e dagli Apostoli, giunge fino a noi, ed è per questa ragione che la Chiesa celeste è molto più numerosa, molto più interessante, molto più dotta e molto più “influente” della Chiesa terrestre.

Nella notte che procede la Solennità dei Santi, da un decennio circa, si è diffusa anche in Europa la moda di Halloween. A che cosa è dovuto questo fenomeno? Che cosa ne pensa?

Come Lei ha ben detto, si tratta di una moda, che certamente ha dei risvolti comunque seri e non solo di ordine consumistico. Mi pare di poter dedurre che la stragrande maggioranza dei ragazzi, che organizzano feste in maschera in quella occasione, sono vittime inconsapevoli sia della moda, sia di chi, a tutti i costi, deve vendere dei prodotti commerciali, manipolando realtà spirituali. Trovo il fenomeno talmente irrazionale da diventare la reale cifra della società contemporanea: chi non crede nella verità finisce per credere a qualunque cosa, comprese le zucche! Non mi sfugge, peraltro, che in taluni casi questo tipo di manifestazioni abbiano origine spiritistica e perfino satanica e, pertanto, alimentarle e non correggerle può trasformarci in inconsapevoli alimentatori di quel “fumo di satana”, che già troppo intossica il mondo. Dobbiamo stare tutti attenti a non respirare fumi tossici; talvolta ciò accade quasi inavvertitamente. Ricordiamoci che una zucca, anche se benedetta, rimane sempre una zucca. Quelle di Halloween non sono nemmeno benedette!